Una piovosissima e fredda giornata di inizio marzo non è riuscita a fermare gli Oltregiardinieri: la nostra trasferta in Piemonte inizia, a dispetto del maltempo, con la visita al vivaio ” La Montà” di Susanna Tavallini, nota collezionista di Hellebori e Peonie.
Il vialetto di accesso alla casa è fiancheggiato da una ondulata siepe di Bossi e l’ingresso della severa casa ottocentesca è ingentilito dalla fioritura di alcuni Hellebori. I visitatori si aggirano tra le piante in mostra, pensando agli acquisti e a difendersi da vento e pioggia battente, ma presto Susanna Tavallini ci accoglie nella sua bella casa, ci offre caffé e uno spuntino, e regala ai visitatori attenti alcuni consigli sulla coltivazione degli Hellebori.
Gli Helleborus orientalis sono tra i più facili da coltivare, sono robusti e poco esigenti, tollerando bene anche la siccità estiva; vi sono numerose sottospecie, tra cui il guttatus con la gola punteggiata di porpora e l’abchasicus, caratteristico per i fiori porpora scurissimo quasi nero. Queste ed altre sottospecie hanno dato origine a numerosissimi ibridi dalle caratteristiche più varie: vi sono fiori gialli, fiori semplici o stradoppi, picoté, porpora, grigo-viola, ardesia, bianco puro o sfumato di rosa e di verde, ecc.
Terminati gli acquisti ci ritroviamo finalmente all’asciutto, al caldo e a tavola!
Nel primo pomeriggio, sempre sotto una pioggia poco gentile, visitiamo a Borgomanero la collezione di Hamamelis del dott. Cammarano.
E’ un insolito winter garden, come lo chiamano gli inglesi, quindi un giardino bello soprattutto nella stagione più fredda, caratterizzato da una ricca collezione di Hamamelis, Cornus sibirica, Aucuba japonica e bulbose a fioritura precoce.
Il proprietario, appassionato giardiniere ed esperto botanico, al riparo del portico, illustra le caratteristiche e le necessità colturali degli Hamamelis, arbusti decidui dalla fioritura invernale, spesso profumata e abbastanza rari in natura: se ne contano infatti solo 6 specie tra America ed Asia.
Sono piante che necessitano di terreni neutri o leggermente acidi e non tollerano siccità e posizioni troppo assolate, condizioni piuttosto difficili da assicurare da noi in Romagna, se non si dispone di un fresco giardino in collina o in semiombra.
Il giardino occupa una superficie di circa duemila metri quadrati, è suddiviso in stanze ed ha una struttura semplice e raccolta che mette in evidenza le numerose e pregiate specie botaniche; è nato nel 2004, dopo la visita alla collezione di una importante ibridatrice di Hamamelis conosciuta in tutto il mondo, Jelena De Belder. Al ritorno dal viaggio nacque la determinazione di ricreare l’atmosfera del bosco degli Hamamelis visto in Belgio: uno spettacolo di decine e decine di grandi esemplari in piena fioritura, di color rosso, giallo e arancio in tutte le sfumature, dal delicato ma penetrante profumo, del tutto insolito per la stagione.
Non è vero che il giardino dorma in inverno: qui le cortecce rosso corallo del Cornus sibirica, spogliato delle sue foglie, spiccano come una fiammata sullo sfondo verde cupo dei sempreverdi, poco più in là le cortecce colorate di altri Cornus (C. flaviramea), gli Hamamelis in fiore, e la collezione di bucaneve (Galanthus nivalis e Leucojum vernum) svelano la bellezza del tutto inaspettata di questo giardino e fanno dimenticare il grigiore di una giornata di pioggia.
Oltre ai bucaneve troviamo altre piccole tappezzanti e bulbose in fiore: Muscari, Hepatiche, Hellebori, Cyclamen coum. e nel piccolo Arboretum una collezione di betulle con la corteccia bianchissima, un Prunus Amber beauty – ciliegio giapponese da fiore con la corteccia lucida di colore ambrato – un Prunus serrulata dalla corteccia rosso brillante metallico, un Acer conspicuum “Phoenix “ dal caldo color aranciato.
Un breve percorso ad archi, tra Hedere, Aucube ed Eriche, introduce ad altre stanze del winter garden dove…una segretaria, finalmente rilassata e distolta dai suoi impegni organizzativi, si perde nella contemplazione di un giardino che dà il meglio di sé proprio in un periodo considerato “morto”, tra gennaio e i primi di marzo.
Un ultimo sguardo, a conclusione della passeggiata, ad una serie di vasetti di profumatissimi Giacinti, e la giornata si conclude; ora si chiudono gli ombrelli e via in pullman alla volta di Forlì
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