Una domenica di metà settembre, siamo andati con alcuni amici e soci di Oltre il Giardino a trovare – nel loro nuovo roseto tra le vigne – Graziella e il marito, che ci aspettavano sotto il gazebo davanti ad una tavola piena di dolcetti e sfizi vari, per fare quattro chiacchiere ‘di rose’ insieme ad alcuni esperti della nostra Associazione.
Chi conosce Graziella sa bene che ha da sempre una grande passione per le rose, talmente grande che neppure la mancanza di un giardino l’ha mai fermata: se non poteva avere un roseto tutto per sé, ha deciso con determinazione che avrebbe sfruttato il grande spazio inutilizzato, dietro il condominio in cui abita. Così dal 2001 circa ha iniziato a raccogliere rose, rose, e rose, tutte rigorosamente in vaso e tutte accudite con grande cura e sempre maggiore competenza. Alla fine è arrivata a collezionarne ben oltre 400, in pratica ha creato un vero roseto condominiale in vaso!
Poi la decisione di cercare finalmente una vera casa per le sue protette e, dopo un paio di anni di ricerche e delusioni, arriva l’occasione giusta, un vigneto ormai incolto di 2170 mq subito fuori città, dove la campagna più piatta comincia ad ondularsi dolcemente verso la collina. E’ una buona terra argillosa, perfetta per le rose; manca solo l’acqua, che presto arriverà, perché le rose ne hanno bisogno all’impianto e per i primi due anni, poi faranno da sole.
E così Graziella, aiutata da un marito gentilissimo e molto disponibile, inizia a ‘liberare’ le sue rose, piantandole in filari e conservando in questo modo l’impianto originario della vigna, in un paesaggio da sempre disegnato dalle lunghe ghirlande delle viti
In questo giovane roseto sono presenti rose di vari gruppi e specie, vi sono rose blasonate e storiche o ibridi recentissimi, ma anche roselline senza nome, rimasugli un po’ malandati e trascurati trovati per caso nell’angolo nascosto di un vivaio, che qui trovano accoglienza, cure attente, e un pezzo di buona terra in cui allargare finalmente le radici.
Tra le tante vi sono però anche le preferite: le Bourbon, le vere regine dei giardini ottocenteschi, dai fiori profumati, spesso a forma di coppa in tutte le sfumature del rosa, e le R.muscosa dalla sontuosa corolla piena di petali, col peduncolo e il calice ricoperto da una specie di morbido muschio profumato di resina.
Siccome dietro le rose c’è sempre tanta storia, nasce poi la curiosità di scoprirne l’origine, sapere quando e chi le ha ibridate, oppure a quali personaggi famosi sono dedicate; di pari passo si acuisce l’attenzione verso le piante in fiore che casualmente si intravedono passando davanti ai cancelli di un giardino, oppure di un’aia contadina, in una casa abbandonata o in un cimitero di campagna…e può succedere perfino di imbattersi in bellissime storie, come quella che Graziella racconta così: “ Passando in auto davanti a una vecchia casa, un giorno ho visto in fiore una splendida rosa dall’aspetto di rosa antica; per due anni sono passata di lì ammirandola ma senza mai osare fermarmi. Poi un giorno ho visto il cancello aperto e l’ho interpretato come un invito a entrare; in giardino c’era un’anziana signora che mi ha accolta con cortesia, sorpresa e compiaciuta per il mio interesse per la sua rosa. Come immaginavo è risultato impossibile risalire al nome, anche se tutte le caratteristiche della pianta fanno pensare ad una Rosa gallica. La proprietaria si è subito offerta con gioia di regalarmene alcuni polloni, e mentre lavoravo di vanga, mi ha raccontato che la rosa ha quasi cento anni, poi con lo sguardo malinconico rivolto alla casa, ha aggiunto questa frase bellissima e commovente “in questa vecchia casa ci sono tutti i miei ricordi di bambina”.
Ora la rosa, profumatissima, cresce nel roseto di Graziella ed ha ricevuto un nome : è la “rosa Marta”, dal nome della donatrice.
Perché i fiori, soprattutto le rose, hanno questo potere: fanno incontrare le persone e affiorare i ricordi più lontani.
Scrivi un commento