Ai piedi dei Colli Euganei, a Maserà di Padova, un giovane giardiniere professionista ha fatto di una lunga striscia di terra – circondata da piccoli canali di irrigazione e un tempo coltivata a mais – un grande giardino, in cui ha avuto l’opportunità di unire la passione di sempre all’esperienza acquisita negli anni di lavoro.

Come lui stesso racconta nel suo blog  “ il giardino nasce piano piano nel 2004, in una modesta striscia di terra argillosa nella pianura padana, piantumando giorno dopo giorno e conquistando metro dopo metro, riempiendosi di fusti, di foglie, di fiori, di frutti… diventa da un lato una piccola oasi personale di pace e benessere, spirituale ed emotivo, in un paesaggio sempre più antropizzato, e dall’altro un vivace laboratorio vivente, come una tela da dipingere e ridipingere in ogni stagione con materia viva quali sono le piante. Così l’amore per il giardino cresce come da un seme…”

Il clima padano di questa zona del Veneto – freddo umido d’inverno e caldo non meno umido d’estate – e la qualità del terreno hanno determinato la scelta della piante, che debbono essere resistenti alle malattie fungine, facilitate dall’elevata umidità costante.

Moltissime sono le rose – resistenti, profumate e perlopiù rifiorenti – che ricoprono archi e pergole; molte di queste provengono dal vivaio dell’amico ibridatore Davide della Libera ed hanno nomi suggestivi, dedicati a gentildonne o personaggi storici famosi.

Grande importanza è dedicata alle graminacee, a cui Michele attribuisce il compito di dare struttura al giardino, al pari di alberi e arbusti. Ma le protagoniste sono forse le erbacee perenni, le cui fioriture si susseguono per tutto l’anno, rendendo il giardino interessante in ogni stagione, inverno compreso.

La prima parte del giardino, disegnata in modo da ovviare alla forma lunga e stretta del terreno, ha un’atmosfera molto inglese: ampie bordure curvilinee di rose e perenni, arbusti, archi e pergole interrompono lo spazio aprendolo su vedute sempre diverse

Siepi di tasso, un boschetto di carpini e tigli creano zone d’ombra abitate da collezioni di Hosta, Pulmonarie, Felci, Hydrangee, Liriope ed altre piante sciafile;  e poi uno stagno, un romantico gazebo,  la casetta degli attrezzi con le persiane blu, il prato verdissimo che diventa un sentiero verde attorno alle bordure e invita all’ esplorazione.

Lo zampillo di una fontanella seminascosta si attiva al passaggio del visitatore,  e ad animare il giardino la presenza di tanti animali da cortile piuttosto insoliti: gallinelle di razze ornamentali, fagiani, anatre mandarine e pavoni.

Ma il giardino è in continua evoluzione e il giardiniere, giovane e curioso di sperimentare nuove piante e nuove sfide, negli ultimi 3/4 anni si è dedicato alla creazione di un nuovo giardino in fondo alla proprietà, preceduto da un’area dedicata a piante tipiche della prateria americana, soprattutto Echinacee, Rudbeckie, Persicarie, Aster e graminacee. Questa zona è al suo massimo splendore tra fine estate ed autunno inoltrato, ma è scenografica anche quando arriva la galaverna, che decora di cristalli di ghiaccio steli, infiorescenze e capsule di semi lasciati seccare sulle piante (graminacee e perenni vengono tagliate rasoterra solo a fine inverno, per approfittare dello spettacolo offerto dal freddo).

Nel nuovo giardino il proprietario si è lasciato ispirare dalla figura geometrica del cerchio, una figura che suggerisce il concetto di perfezione. Il cerchio è infatti ripetuto, sia pur in modo non rigido e schematico, oltre che nei percorsi circolari, anche nelle pavimentazioni di ghiaia o altri materiali, ma soprattutto nello schema di piantumazione delle essenze vegetali. E anche qui ancora e sempre rose, erbacee e graminacee! ma per lo più di varietà non ancora sperimentate nella precedente parte del giardino.

“Questo è (ormai meglio dire doveva essere….) l’ultimo giardino” – racconta Michele – “Alla fine del corridoio quale è il mio appezzamento, dovevo pensare a qualcosa che dovesse indirizzare il visitatore verso la strada del ritorno, per riscoprire il giardino al contrario, che in effetti presenta nuove visuali e spesso è più bello perché ti ritrovi tutti i fiori con la faccia a sud che ti guardano!… . In realtà il giardino è sempre non-concluso, la nostra materia è viva, modifica le sue dimensioni, invecchia o si rinnova, a volte è incontrollabile, può morire… e per questo si modifica sempre”